La pagina che segue è un mix di informazioni che ho ricavato da varie fonti, alcune on-line, unite a integrazioni di ricordi personali e racconti di alcuni abitanti del luogo. Sono disponibile ad aggiungere ulteriori testimonianze fotografiche, soprattutto d’epoca, e correggere eventuali inesattezze.
L’idea di costruire questa pagina è venuta dopo aver realizzato alcune fotografie durante le mie passeggiate pomeridiane.
In un secondo momento ho ritenuto utile tracciare una sorta di itinerario-guida utile a tutti coloro che si trovassero a transitare da Morca per la prima volta.
Sono legato a questo paese sia per questioni familiari, sia per aver trascorso numerosi estati ininterrotte già dai primi anni ’80 del secolo scorso.
Morca è un paese in provincia di Vercelli, frazione del Comune di Varallo, da cui dista circa 4 km.
Gli abitanti di tutte le sotto-frazioni, secondo diversi siti internet consultati, sono circa un centinaio.
L’altezza sul livello del mare del paese varia dai 553 metri riportati sulla cartolina storica (vedasi inizio pagina) presumibilmente misurati nei pressi della Chiesa Parrocchiale, dove un altro cartello indica 558 metri (vedasi sotto) ai 486 metri di un dipinto posto sul vecchio edificio scolastico (risalente ai tempi in cui il paese faceva ancora “Comune”, si veda foto sotto).
Il cartello della Comunità Montana Valsesia posto in frazione Isolello cita testualmente “L’abitato di Morca, oggi frazione di Varallo, ha origini antiche ed è documentato già nel 1217 quando anche due suoi rappresentanti presenziarono al giuramento di fedeltà dei Valsesiani al Comune di Vercelli. Soltanto a metà del Settecento si costituì come parrocchia autonoma, in concomitanza con la costruzione della nuova chiesa di S. Lorenzo Martire, che domina dall’alto il paese.
La posizione isolata, sulla sponda destra del Sesia, ha sempre legato le vicende di Morca a quelle, spesso drammatiche, delle piene del fiume. Il problema del collegamento fra le due sponde fu risolto dapprima con una barca, ubicata in un tratto di fiume più tranquilllo.
Nella seconda metà dell’Ottocento fu costruito un ponte sospeso, di 65 metri di luce, su progetto dell’Ing. Giuseppe Antonini, ma le acque lo travolsero nel 1918.
Negli anni seguenti l’attraversamento del fiume fu affidato a precarie passerelle e ad una caratteristica, quanto pericolosa, funicolare. L’attuale ponte fu completato solo nel 1928 ad opera dell’ing. Giuseppe Magistrini: è uno degli ultimi esempi rimasti di quei ponti pensili valsesiani, che per la loro concentrazione rappresentano una caratteristica, forse unica, in Italia”
L’accesso a Morca è possibile svoltando ad una rotonda situata in località Balangera, lungo la SS299 in direzione Alagna, ed è da qui che comincio il mio percorso.
Un breve raccordo conduce sul ponte caratteristico del paese, la cui ultima opera di restauro completo risale al 2003 (come riporta una targhetta situata sulla riva Est) su iniziativa dell’allora Sindaco di Varallo on. Gianluca Bonanno.
Il ponte è attraversabile dalle automobili, una alla volta, e costituisce l’unica via di accesso nonchè il simbolo indiscusso di Morca.
Appena varcato il ponte, sulla riva Ovest del Sesia è possibile notare dei ruderi di una diga in funzione nei primi decenni del ‘900, che serviva a raccogliere le acque del fiume in un canale che alimentava una centrale elettrica in località Baraggia (di fronte a Valmaggia). Sarebbe interessante raccogliere ulteriori informazioni tecniche di tale centrale, e le varie date di costruzione, funzionamento e dismissione. Purtroppo le piene della Sesia che si sono susseguite nel corso degli anni, hanno distrutto gran parte del canale e stanno rendendo anno dopo anno sempre piu’ pericoloso l’accesso alla diga, nonostante diversi turisti spesso la utilizzino come “trampolino” per tuffi sul fiume. Al termine di questo racconto, troverete un breve inserto fotografico sia sulla centrale che sulla località di fronte a Valmaggia dove si trova (Baraggia).
Percorro pochi metri di strada e incontro sulla destra un piccolo isolato con una fontana (si dice alimentata di sorgente propria, indipendente dall’acquedotto). Tale località è denominata Isolello. Alcune panchine, un tavolo, una piccola costruzione con una poesia e un cartello di informazioni turistiche accolgono i viandanti. Sul retro del piazzale, un sentiero impervio conduce dopo circa 20 minuti di passeggiata a Baraggia (piccolo paesello di poche case di fronte alla chiesa di Valmaggia raccontato al termine di questa pagina).
Proseguendo lungo la strada e costeggiando alcuni orti sulla destra, arrivo ad alcune case tra cui la “Casa Sociale” che è anche sede dell’Osteria dei Cacciatori, dove spesso ho pranzato ottime prelibatezze locali.
La “Casa Sociale” è una costruzione storica che, al primo piano, ha sempre ospitato rassegne, manifestazioni, feste e riunioni riguardanti la vita del paese (dalle veglie di Capodanno, Carnevale…ai pranzi di San Lorenzo). L’edificio è stato gravemente lesionato durante la piena del fiume Croso avvenuta in occasione dell’alluvione in Valsesia nella notte tra venerdì 2 Ottobre e il 3 Ottobre 2020. Si è trattato di un’occasione atmosferica eccezionale in cui accanto alle bombe d’acqua scesa copiosa in poche ore, è soffiato un forte vento di scirocco che ha devastato alberi e tralicci.
Da segnalare l’esistenza nel paese di un gruppo folkloristico denominato “I Carbunin” (di veda in fondo alla pagina un link molto interessante su YouTube contenente una loro esibizione a Telemonterosa), attivo fino agli anni ’90 del secolo scorso. Tale gruppo suonava canti della tradizione locale avvalendosi di fisarmonicisti e altri strumentisti, e proponendoli non solo a Morca ma anche in occasione di numerose trasferte. Durante gli anni ’80 sono giunto in possesso di due cassette dei Carbunin, probabilmente acquistate dai miei genitori in occasione di ritrovi alla Casa Sociale. Ignoro se ne siano state registrate altre, e purtroppo mi tocca ammettere di non averle più ritrovate nel mio archivio.
Da qui le strade si dividono in due, sulla destra attraversando un ponte si raggiunge la località principale, nota come “Solivo” (dove risiede il maggior numero di abitanti), proseguendo invece sempre dritto, dopo circa un chilometro si raggiunge “Isole di Morca” (un’altra località popolata stabilmente da una decina di famiglie circa).
L’abitato di Solivo colpisce, essendo molto caratteristico: ogni casa è accessibile attraverso una mulattiera che attraversa il paese, in pendenza, e che prosegue fino alla Chiesa Parrocchiale e poi alla frazione Rondo. Dal lato opposto si raggiunge invece un’altra località denominata Gabbio dove si trova un campo da calcio in disuso con due porte molto semplici (pali) che ho sempre visto, ma di cui ignoro l’epoca di costruzione.
Complessivamente vi sono 12 fontane: n°1 fontana pubblica in località Isolello, n°4 fontane pubbliche in località Solivo, n°2 fontane pubbliche in località Isole di Morca, n°1 fontana pubblica e un lavatoio in località Rondo, n°1 fontana pubblica in località Nasso, n°1 fontana pubblica in località Oro del Nasso, n°1 fontana pubblica in località Ca’ di Viano e n°1 fontana pubblica sul sagrato della Chiesa di San Lorenzo.
La frazione Isole si trova a circa 300 metri e si allunga a fiancheggiamento del torrente denominato Croso Moro. Gli “Isolani” custodiscono una bella chiesa dedicata a San Bartolomeo (1750), la cui festa patronale si svolge nella seconda parte di agosto nella domenica in corrispondenza della ricorrenza del calendario dedicata al Santo. Una tela che sta sopra l’altare rappresenta la Vergine con ai piedi San Bartolomeo e S. Lorenzo al Pozzo. La Chiesa è stata in parte restaurata recentemente, e durante il periodo invernale funge da Parrocchiale.
Il cuore del paese è una piazza poco oltre la chiesa, dove si trova un posteggio.
Un cartello indica la presenza di una barriera poco oltre, difatti la strada aperta al traffico pubblico si interrompe poco dopo, e comincia una strada tagliafuoco realizzata nella seconda metà degli anni ’80 e più tardi asfaltata. E’ lunga circa 2 km e congiunge Isole di Morca con la Frazione Rondo, passando per diversi alpeggi tra cui Creste.
Attualmente come scritto la strada è accessibile solamente ad alcuni proprietari terrieri e ai residenti della frazione Rondo, essendoci una sbarra che ne impedisce il passaggio a terzi.
E’ comunque possibile ovviamente raggiungere la frazione Rondo utilizzando tale via (in alternativa alla mulattiera via Chiesa Parrocchiale S. Lorenzo), impiegando ad un passo abbastanza sostenuto circa 30 minuti (calcolati dalla piazza di Isole).
Lungo il percorso è possibile notare poco prima del ponte sul fiume Moro Croso una cappelletta dedicata alla Madonna il cui tetto è stato restaurato nei primi anni ’90.
Da qui in avanti prosegue un percorso fatto di diversi tornanti davvero suggestivo e agevole per una camminata, che costeggia inizialmente la frazione Creste con qualche bivio che conduce ad alpeggi ed abitazioni private.
Arrivato alla frazione Rondo un cartello mi indica l’altezza in 746 metri s.l.m. Il fatto di essere circondati da vette particolarmente alte, offre però un’idea molto diversa e sembra di essere ad un’altitudine di due volte superiore. Il paese è costituito da poche case, la maggioranza restaurate negli ultimi 20 anni. La strada asfaltata termina poco dopo il punto di rinfresco, divenendo “strada bianca” (agevole per fuoristrada) fino poi alla località Oro del Nasso.
Da segnalare l’esistenza di un agriturismo attivo a cavallo degli anni ’90 e 2000, e l’apertura successiva di un punto di ristoro dove tra le altre cose si svolge tradizionalmente la festa della frazione il giovedì antecedente San Lorenzo, in agosto. Eccolo immortalato nella mia foto successiva.
Tale festa comprende una camminata lungo tutto il percorso della vecchia mulattiera (nota come “Corsa dal Round”) e della nuova strada tagliafuoco, che si svolge al mattino presto. In seguito si celebra la Santa Messa nella chiesa della frazione, dedicata a San Michele, e si svolge un pranzo al punto di ristoro con specialità locali (usualmente minestrone, polenta e spezzatino, toma). La premiazione dei corridori avviene nel primo pomeriggio. Anch’io ho partecipato a tale corsa, quando ero molto piccolo, ma il luogo del pranzo e della premiazione era diverso da quello attuale, e si trovava poco più sopra (dove attualmente ci sono alcune case in stato di abbandono). Per diverse edizioni il dopo-pranzo è stato allietato da fisarmoniche e canti locali.
In piena “tradizione valsesiana”, curiosamente la “Festa del Rondo” quasi ogni anno è rovinata dal maltempo e da improvvisi temporali pomeridiani.
La strada tagliafuoco che conduce al Rondo, si unisce ad anello con la vecchia mulattiera settecentesca che partendo dalle ex-scuole della frazione Solivo, congiunge in primis la chiesa parrocchiale dedicata a San Lorenzo e poi le frazioni di Castagneto, Cappella Addolorata, Fontanelle, Ca’ Di Viano, Gula, Nasso ed Oro del Nasso. Il percorso intero richiede circa un’oretta, ma è davvero consigliato sia per il trekking montano che per un itinerario tra la natura in un contesto davvero molto suggestivo e silenzioso.
Andando per ordine, lasciata alle spalle la frazione Rondo e proseguendo sulla mulattiera in direzione Chiesa Parrocchiale / Solivo di Morca, la prima frazione che si incontra è denominata “Nasso”. Facilmente riconoscibile dalle indicazioni sul sentiero, essa è costituita da un gruppo di 3-4 case in una posizione totalmente soleggiata e prospiciente la rupe del Rondo, con una fontana pubblica. Ecco di seguito alcune foto:
Dopo la località “Nasso” la strada si divide in due: un sentiero prosegue lungo il tracciato della vecchia mulattiera, ed incontra un ponte con un particolare davvero curioso che sfugge ai piu’, essendo quasi “mimetizzato” dalla flora locale: una grossa pietra con croci ormai arrugginite conficcate (presumibilmente a ricordo di caduti della I° Guerra Mondiale), l’altro sentiero (piu’ grande e ultimo tratto carrozzabile, seppure non asfaltato) conduce alla località denominata “Oro del Nasso”. Quest’ultima appare densa di vegetazione, con alcune case diroccate completamente nascoste da rami di alberi in un contesto per certi versi tetro. Tra i ruderi si scorge anche una costruzione con alcuni affreschi, e una cappella restaurata nel 2020, come recita un cartello.
Sul piazzale dove arriva l’ultimo tratto della strada tagliafuoco si incontra una fontana. In tutto da Rondo alla Chiesa di San Lorenzo le fontane che si incontrano lungo la strada sono 5: una già citata di fronte alla chiesa di San Michele al Rondo, una alla località Nasso, una alla località Oro del Nasso, una alla località Ca’ Di Viano e una in prossimità del sagrato della Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo.
Proseguendo lungo la mulattiera, la località successiva è denominata “Gula”, probabilmente dalla presenza di una gola profonda del torrente che scorre a poca distanza. Sembra incredibile che nel corso degli anni siano state costruite delle abitazioni e ci si stata vita in luoghi così impervi.
Oltrepassati i fabbricati di “Gula”, poco oltre sulla sinistra vi è uno dei sentieri che conduce alla località “Fontanelle” e, poco piu’ in alto, uno dei tanti acquedotti (riconoscibile dalle porte di colore arancione) che da Rondo portano l’acqua alle varie frazioni. Uno identico si trova poco piu’ sopra il cimitero parrocchiale (dietro la chiesa di San Lorenzo) e uno in località Isole, sul fondo del paese nascosto tra la vegetazione.
Dal bivio Fontanelle-Mulattiera principale, segue verso Sud un breve percorso di un centinaio di metri particolarmente trascurato e buio, con la strada spesso occlusa da tronchi di alberi abbandonati e in totale degrado. L’arrivo all’abitato di Ca’ di Viano segna il ritorno alla luce e alla normalità.
La frazioncina è costituita da alcune case vicino ad un rio (omonimo) ed una fontana con legato ad una catena da decenni un bicchiere di acciaio con la curiosa scritta “Sono di tutti ma di nessuno”. Ricordo la presenza di tale bicchiere gia’ a fine anni ’80, ma è probabile fosse ulteriormente anteriore.
Proseguendo lungo la strada soleggiata sottostante la località Fontanelle, ad una curva è possibile notare sulla sinistra un pozzo con una data affrescata sbiadita e quasi invisibile: “1907”.
Poco piu’ sotto, appena dopo il secondo bivio per Fontanelle, vi è l’oratorio dell’Addolorata, dove secondo il volume “I campanili della Valsesia” che ho consultato sono presenti alcuni affreschi degli Orgiazzi. Al momento della realizzazione delle foto, ad agosto 2020, è ancora presente l’immagine di Papa Giovanni Paolo II, non ancora sostituita con l’attuale Papa Francesco. La pietà raffigurata, noto che però contiene la firma di un tale “Nardini” e un anno preciso, 1962. La cappella appare molto essenziale ed austera, e nel vialetto di fronte sono presenti sei croci a ricordo di altrettanti caduti nella guerra 1915-1918.
Fino a qualche anno fa veniva svolta una processione annualmente dalla Chiesa di San Lorenzo alla Cappella della B.V. Addolorata, tra settembre ed ottobre.
A poche decine di metri sulla mulattiera verso Solivo, proseguendo a valle, incontriamo la frazione “Castagneto” dove è possibile scorgere ancora la scritta “Osteria del Castagneto” sull’unica abitazione. Qui aveva anche sede diversi decenni fa la scuola elementare locale, prima di essere trasferita alla frazione “Solivo” nell’edificio chiamato dai morchesi “Del Forno”.
La chiesa di San Lorenzo è completamente isolata dal traffico, e domina dalla sua vetta soleggiata le due frazioni di Solivo e Isole. La costruzione è sempre stata sovradimensionata rispetto al numero degli abitanti, che non ha mai superato complessivamente le 300 unità. Fu terminata nel 1744 (all’esterno del finestrone principale è incisa però la data 1750).
Appena terminata la chiesa fu eretta a poca distanza anche la casa parrocchiale. Interessante in quest’ultima la scritta latina “Parva sed apta domus, morituro satis” (ovvero “La casa è piccola, ma è bastante per me avviato alla mia fine”) sopra la porta di ingresso.
All’interno della Chiesa Parrocchiale c’e’ una tela che rappresenta San Lorenzo al centro dell’abside, dietro all’altare maggiore di marmo.
La chiesa è a croce latina con i bracci laterali molto ridotti, contenenti due altari (Madonna del Rosario e Cappella di San Marco). Vi sono alcuni dipinti dei Fratelli Orgiazzi (1780). Le decorazioni interne sono state eseguite nel 1875. Nella chiesa vi è un organo a mantice elettrico, sopra la porta di ingresso principale.
Attualmente la chiesa parrocchiale viene aperta solo in occasione di riti funebri e della festa parrocchiale (la domenica intorno al 10 agosto, festa di San Lorenzo).
Queste ultime foto sono state realizzate in occasione della festa di San Lorenzo 2021
Ricordo che fino agli anni ’80 in occasione di questa festa si svolgeva una processione con la statua di San Lorenzo portata da 4 persone, che partiva dall’ex-edificio scolastico raggiungendo attraverso l’impervia mulattiera la chiesa. Inoltre la settimana di festeggiamenti comprendeva numerose altre cerimonie religiose correlate (tra cui vespri pomeridiani e incanto delle offerte), un banco di beneficenza (costruito vicino alla Casa Sociale), il tradizionale falò (acceso nel letto del fiume Croso Moro, sempre nei pressi della Casa Sociale) e alcuni anni spettacoli pirotecnici e musica dal vivo.
Un’abitante del paese mi segnala che, ancora prima, si teneva un rosario cui seguiva una processione “molto estesa” con fiaccolata anche nel mese di maggio e in più in occasione della festa del Corpus Domini che partiva da S.Lorenzo, raggiungeva il Solivo, poi Isole, poi Chiesa S. Bartolomeo e poi tornava a S. Lorenzo.
L’affluenza agli eventi religiosi, anche durante gli anni ’80 e ’90, è sempre stata particolarmente rilevante durante i riti funebri e i matrimoni.
Negli ultimi anni la festa è stata via via ridimensionata, ma il falò e’ sempre stato presente. Al posto del banco di beneficienza vengono distribuite il sabato sera precedente, nei pressi della Casa Sociale, miacce (dolci tipici valsesiani), sangria e alcune torte casalinghe con offerta libera.
Ma torniamo alla Chiesa di San Lorenzo.
Sul retro, come in gran parte delle chiese Settecentesche valsesiane, vi è il cimitero del paese. Non ne ho la certezza, ma credo sia uno dei cimiteri piu’ isolati dalle abitazioni, e per questo caratteristici di tutta la valle.
Sopra l’ingresso principale della Chiesa vi è una stanza unica, illuminata da alcune finestre, che presumibilmente doveva fungere da piccolo oratorio, accessibile da una scala laterale. Attualmente versa in stato di totale degrado, con gran parte del sottotetto prossimo al crollo. Alcune incisioni sul muro principale della chiesa, pur essendo gratuiti vandalismi ricordano vari passaggi avvenuti nel corso degli anni.
L’impianto di automazione delle campane è stato reso possibile grazie ad una raccolta fondi tra i parrocchiani sul finire degli anni ’80. Da tale data il campanile suona ininterrottamente le ore e le mezz’ore, e raccoglie i fedeli in occasione delle cerimonie religiose.
Parlando di vette che circondano Morca, possiamo citare dal lato destro la Cima Varda, il Dirupato e la Tarreggia (1135 m.). Dopo la Sella del Vallée si può notare la forma tondeggiante del Mazzucco (1554 m.), il Massale (1745 m.) ,la Res (1631 m.) e il Paretone (1501 m.).
Morca negli anni è stata molto nota principalmente per due attività: la specializzazione in apicoltura (noto come “Miele del Monte Rosa”) e l’artigianato dei gerloni, necessari ai contadini della montagna.
Fino a 60 anni fa, chi andava a Varallo in giorno di mercato passando davanti al Palazzo D’Adda, vedeva esposte due pigne di gerloni messi in vista per la vendita, che rappresentavano Morca e l’abilità dei suoi abitanti.
L’ABITATO DI “BARAGGIA”
Degno di menzione al termine di questo racconto è l’abitato di Baraggia, costituito da una decina di case a massimo due piani, che si trova esattamente di fronte alla chiesa di Valmaggia, ma di fatto è raggiungibile da un sentiero che parte dalla località Isolello (appena dopo il ponte di Morca).
Fino a qualche anno fa era possibile passare da una sponda all’altra del Sesia attraverso due funicolari (una di andata e una di ritorno) che partivano poco distanti dalla Chiesa di Valmaggia e raggiungevano la riva opposta. Il sentiero terrestre partiva dalla diga attaccata al ponte di Morca e costeggiava il Sesia. Diverse piene hanno eroso il terreno e attualmente c’e’ un nuovo sentiero che passa in posizione più sopraelevata.
Oltrepassato l’ultimo grande prato di Baraggia, verso Varallo, si trova un bosco dove al suo interno sono presenti (a circa 5 minuti a piedi) dei ruderi di una centrale idroelettrica risalente ai primi anni del secolo scorso, e qui si entra quasi in una dimensione “Urbex”. Tale centrale era alimentata da un canale che partiva dalla diga del Ponte di Morca, costeggiava la montagna penetrandola per diversi metri in una galleria artificiale.
La centrale era un edificio a due piani, con la soletta in legno. Fino ai primi anni ’90 era perfettamente conservato il piano superiore (percorribile a rischio e pericolo). Le foto che vi propongo, risalenti ad Agosto 2021, mostrano una situazione ben diversa con alcuni crolli.
PERCORSI:
Piazza Isole di Morca > Rondo: 2 Km (30 minuti circa)
Piazza Isole di Morca > Rondo > Chiesa S. Lorenzo > Frazione Solivo > Ponte > Trattoria dei Cacciatori > Piazza Isole di Morca: 5,8 Km (1 ora e 30 minuti circa)
CONCLUSIONI:
Ho realizzato questa pagina nell’estate del 2020.
Tutte le foto con indicato “Foto di Federico Stella” risalgono ad agosto 2020 e rappresentano la situazione visibile dalle strade pubbliche in tale data.
Come scritto all’inizio della narrazione, sono lieto di ampliare tale pagina con ulteriori foto (in particolare d’epoca), aneddoti, curiosità riguardanti questo paese Valsesiano. Scrivete pure o mandate materiali a federico@federicostella.it
ALTRI CONTENUTI INTERESSANTI SU MORCA, TROVATI NAVIGANDO SUL WEB O SU SEGNALAZIONE DI TERZI, IN ORDINE CRONOLOGICO:
Filmato Festa di San Lorenzo a Morca 11.08.1985
Filmato dei “Carbunin” ospiti a Telemonterosa il 23.07.1990
La centrale idroelettrica di Morca costruita nel 1899